
Bruno Siciliano, docente di robotica all’Università Federico II di Napoli, spiega che «poche tecnologie di automazione hanno dimostrato una versatilità paragonabile a quella offerta dalla robotica collaborativa negli ultimi 15 anni.
Attraverso un’analisi verticale di molti ambiti applicativi, è emersa la capacità di migliorare le condizioni dell’agire umano in scenari molto vari e distanti da quelli in cui siamo usi immaginare la robotica».
Per cominciare «è acclarato il ruolo abilitante della robotica in ambito prettamente industriale, quello scenario che viene chiamato industria 4.0 e che prevede una forte contaminazione di elementi umani e tecnologici».
Ma Siciliano mette l’accento sull’importanza della robotica «in ambiente ostile o poco strutturato (che in questi mesi di pandemia assume i connotati di un qualsiasi impianto produttivo o luogo di lavoro).
E qui è quanto mai significativo e ricco di valore poter creare uno spazio in cui l’uomo è in grado di teleoperare attraverso una macchina rimanendo in posizione di sicurezza».
Ma il docente universitario si spinge oltre, parlando di «intuitività: questo è il prossimo orizzonte di sviluppo che vedo. I robot sono uno degli strumenti più versatili di cui disponiamo.
Quando saranno diventati utilizzabili e intuitivi come i device che abitualmente utilizziamo allora disporremo di una tecnologia implementabile su larga scala e con prezzi ridotti. Rivoluzionaria».